A tre anni avevo già deciso: volevo diventare il dottore del cervello.
E non mi chiedete da dove avessi tirato fuori questa idea dato che il cervello lo usavo senza sapere che cosa fosse.
Amavo la matematica, le scienze e fantascienze tanto che sono cresciuta a pane e Isaac Asimov e Stephen King. (Vivo di passioni, quali? Clicca qui)
Mi iscrivo a medicina, proprio negli anni in cui esplodeva il fenomeno ER: medici in prima linea. MA ho subito abbassato le aspettative sulla “sexituidine” dei medici della vita reale.
Mi laureo, mi specializzo in neurologia, faccio il dottorato in neuroscienze e la ricercatrice in neurologia. Da qui divento DocZip, inizialmente usavo queste 6 lettere come password, poi è diventato un soprannome, in alternativa a La Vale.
Nel frattempo, ero medico in corsia e in ambulatorio, sperimentatrice in trial clinici su nuovi farmaci per la Sclerosi Multipla e ricercatrice sulle funzioni cognitive.
All’inizio le mie ricerche erano focalizzate sul declino cognitivo poi, grazie ad un Master in E-Learning, ho iniziato a studiare l’apprendimento e le altre funzioni cognitive che ci rendono umani.
Con una domanda in testa: come e perché ci comportiamo in tanti modi diversi e cosa ci rende modelli di eccellenza.
Il mio cervello sempre in movimento mi spinge a cambiare strada
Entro a far parte della Direzione Medica di un'azienda farmaceutica che si occupa di Neuroscienze fino a diventarne Direttore Medico.
É amore a prima vista, soprattutto perché non si smette mai di imparare cose nuove: scientifiche e manageriali.
Iniziano i corsi per migliorare e sviluppare le soft skills: pensiero creativo, problem solving, decision making, intelligenza emotiva, comunicazione efficace, agilità comportamentale e leadership.
Sono diventata coach delle persone con cui collaboravo, e ho imparato a insegnare quello che nei corsi dedicati ai people manager insegnavano a me.
E poi libri, tanti libri e tante ricerche sul web e corsi esterni che mi arricchivano sempre di più.
Più andavo avanti e più mi rendevo conto che salire in gerarchia mi allontanava dalle cose che mi piacevano
Troppo tempo in riunioni infinite che non mi lasciavano dentro niente.
Se mi chiedevo “cosa ho fatto oggi per migliorare me stessa o il mio ambiente di lavoro?” spesso la riposta era un semplice e terrificante “boh”.
E poi arriva lui, il cigno nero, l’evento inaspettato che ha impatto globale. La pandemia scombina tutto il mondo e scombina anche me. Non riesco più a trovare un senso.
Quello che sono non mi basta più.
Nella mia terza vita farò il coach
Così dicevo spesso alle mie colleghe. Dopo la vita con il camice bianco e la vita da manager, avrei fatto il coach.
Una collega mi aveva parlato del libro “Il viaggio dell’eroe” di Vogler, lo leggo, lo adoro, comincio ad approfondire le 12 tappe e gli archetipi, in ogni sfumatura.
Anche io faccio il mio viaggio di consapevolezza, resurrezione ed evoluzione.
Voglio tornare ad essere protagonista della mia vita: così raccolgo tutto ciò ho seminato nei miei primi 50 anni, mettendo a frutto tutti i talenti, le abilità, le conoscenze apprese e le esperienze fatte.
Ho iniziato a studiare ciò che era necessario per poterlo fare e adesso lo sono: Neurologa, Coach e Trainer.
E da qui divento DocZip Coach.
Evolvere
Siamo cresciuti con l’idea di cercare il lavoro per sempre, il posto fisso, alla Checco Zalone.
Così quando dopo 18 anni di studio e lavoro 3 decisi di appendere il camice al chiodo, la domanda di tutti fu: Perché lasci la clinica?
Perché i compromessi necessari per rimanere in ambiente accademico superavano la passione per la cura del paziente, che la burocrazia, l’assenza di meritocrazia e varie altre facezie facevano diventare un numero.
Dopo 11 anni di lavoro in azienda e una pandemia che ha scompigliato tutti i miei valori, rivoluziono tutto di nuovo. Questa volta è una specie di salto nel buio, perché quel posto fisso lo lascio per diventare coach.
Di nuovo mi chiedono: perché getti tutto quello che hai imparato in 29 anni per fare la coach e la trainer?
Perché per fare il coach e la trainer, così come lo voglio io, tutto quello che ho fatto e farò serve, eccome se serve.